05.01.2004 - Iniziativa benefica “Coperte e Copertoni”
Umberto Tosoni guida il raid pacifico dei motociclisti romani in soccorso dei clochard
Il gelo di questi giorni ha stretto Roma in una morsa. Nelle prime ore del mattino, spesso le fontane sono apparse impreziosite dal ricamo di lunghi cannelli di ghiaccio. Non sono mancati nemmeno alcuni fiocchi di neve, che hanno spruzzato di bianco i colli più alti. Un’atmosfera senz’altro suggestiva, ma al tempo stesso uno stato di emergenza per tutti coloro che, senza una casa, hanno scelto di dormire per le strade della Capitale, sotto un tetto di stelle, riparati soltanto da qualche provvidenziale portico o dalle rientranze delle vetrine dei negozi. I poveri giacigli fatti di scatole di cartone, i vestiti bagnati dalla pioggia, le scarpe logore, non sono sufficienti ad impedire che il gelo penetri nelle ossa, aprendo la strada, nella migliore delle ipotesi, a malattie difficili da curare per chi non abbia né casa né letto. Alcune notti fa, però, le vie di Roma sono state percorse da una singolare “armata” di centauri su moto di ogni tipo e cilindrata, con giubbotti di pelle, tatuaggi, borchie di metallo e caschi integrali. Qualcuno avrà pensato a qualche regolamento di conti tra agguerrite bande rivali. Niente di tutto ciò: era semplicemente scoppiata la guerra al freddo e ai disagi dei barboni. Armati fino ai denti di coperte, sciarpe di lana, maglioni pesanti, circa cento motociclisti si sono dati appuntamento sotto la sede del XVIII Municipio, a piazza Imerio, e da li sono partiti, sparpagliandosi a raggiera, per raggiungere i luoghi preferiti dai clochard: le stazioni Termini, Tiburtina, Ostiense, via del Corso, piazza Colonna, l’Esquilino. Si sono visti omoni dall’aspetto truce, con muscoli d’acciaio ma con un cuore di burro, piegarsi tra mucchi informi di stracci ad offrire una bevanda calda a povere vecchiette provate dagli stenti e ad uomini laceri, abituati all’indifferenza della gente. L’iniziativa ha preso il nome, eloquente, di “coperte e copertoni”. Suo ideatore è Umberto Tosoni, non nuovo ad imprese del genere, sempre in prima linea per aiutare i diseredati, per proteggere gli animali, soprattutto gli amati cani, dalle sevizie e dall’orrore delle scommesse clandestine, spietato nella lotta alla piaga della droga, un animo gentile dentro un corpo rude e possente, che gli ha permesso di essere guardia del corpo di personaggi come Mickey Rourke. Alla fine del raid, cui ha partecipato anche Fabio Benedetti, assessore del XVIII Municipio, mentre le prime luci dell’alba illuminavano una livida giornata invernale, si sono ritrovati tutti, stanchi e intirizziti ma contenti, nel nuovo locale di Umberto Tosoni, Roadhouse, in via Lago Terrione 18, a due passi da San Pietro, arredato in perfetto stile States anni Cinquanta-Sessanta, dove rivive l’America dei ricordi, quella del blues e delle autostrade californiane, dei campionati di braccio di ferro tra camionisti e delle moto Harley Davidson.
Annalisa Venditti